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Quale sport protegge Dna e cuore?

20 Febbraio 2017
sport dna
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A volte le rivoluzioni partono dalle cose semplici, come 30 minuti di corsa su un comunissimo tapis roulant da palestra oppure 45 minuti di cyclette: due gesti non così dispendiosi che praticati costantemente rafforzano l’attività protettiva dei geni.

A fare da eco ad una ricerca svedese del 2014 sulla prevenzione e trattamento delle malattie metaboliche e cardiache, arriva più di due anni dopo una ricerca di un pool interuniversitario americano. Ci ribadisce che l’allenamento fisico di endurance garantisce anche un “allenamento genetico” aumentando l’espressione dei geni utilizzati per riparare i danni del Dna.

In poche parole si ha un effetto protettivo sul cuore e quindi terapeutico nei confronti delle malattie cardiovascolari e di molte patologie croniche legate al metabolismo. Insomma, si è sempre detto che lo sport fa bene al cuore ma l’importanza rivoluzionaria di questa ricerca sta nel fatto che ben due studi scientifici dalla Svezia fino in America e su popolazioni differenti hanno dimostrato come un certo tipo di attività fisica (di resistenza) migliori la risposta genetica di riparazione dei danni al genoma, nel Dna.

Le due ricerche a confronto

La ricerca svedese è stata pubblicata sulla rivista Epigenetics ed è stata condotta su 23 donne e uomini giovani e in salute i quali sono stati controllati mentre allenavano, su una cyclette, una sola gamba, monitorando la gamba inattiva come fattore di controllo.

Lo studio americano è stato pubblicato su Experimental Physiology e i piccoli atleti pionieri sono stati un gruppo di topolini: illuminante e anche un po’ forse surreale che si sia giunti a conclusioni simili e di certo non perchè il primo gruppo si allenasse sulla cyclette e il secondo sul tapis roulant quanto per il fatto che questi ultimi avessero una struttura muscolare differente essendo dei roditori e non degli umani ma i geni del cuore simili.

Conclusioni simili a cui sono giunte

Incrociando i risultati di due ricerche che sembrano quasi uscite da un romanzo di realismo magico si arriva ad evidenze estremamente importanti che aprono anche nuove strade alla prevenzione e cura delle malattie metaboliche:

  1. La cyclette, comunque sia fatta, indoor, outdoor, muta l’attività di 4000 geni, in particolare quelli protettivi per la salute, legati al miglioramento del metabolismo e al controllo degli stati infiammatori. C’è una stretta correlazione tra l’attività di questi geni e la metilazione epigenetica, ossia la modificazione chimica del DNA. E su tali geni agisce appunto uno sforzo fisico di endurance.
  2. Anche una singola seduta di corsa sul tapis roulant tende a sovraregolare nel tessuto cardiaci geni importanti per la stabilità del genoma.
  3. Un fattore di stress fisiologico come l’esercizio fisico può rimodellare il tessuto cardiaco.
  4. Continuando su questa strada già battuta dalle due ricerche menzionate in angoli differenti del mondo, si potrà arrivare ad una comprensione della biologia del cuore e di questi processi tale da aumentare la speranza di vita senza l’ausilio di farmaci.

Noi ci impegniamo, con la rubrica #comecambialoSport, a monitorare queste scoperte dove lo sport è oggetto e attore di cambiamento insieme: lo sport cambia la vita e noi cambiamo insieme a lui.

Appuntamento alla prossima ricerca!

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